Rinunciare ad una proprietà: l’impatto sulle spese condominiali.

Rinunciare ad una proprietà: l'impatto sulle spese condominiali.

Rinunciare ad una proprietà: l’impatto sulle spese condominiali. Chi paga?

Immagina di trovarti in una situazione delicata: tua madre è venuta a mancare e tu, insieme ai tuoi fratelli, siete comproprietari di un appartamento in condominio. Decidete di rinunciare all’eredità, convinti che questo vi sollevi da ogni responsabilità. Tutto risolto, giusto? Non proprio. Un giorno, nella cassetta della posta, spunta una richiesta di pagamento delle spese condominiali relative alla quota di vostra madre. E adesso? Siete davvero obbligati a pagare?

La risposta, purtroppo, è sì. Non lo dice il solito vicino impiccione, ma il principio della solidarietà passiva: in condominio, tutti i comproprietari sono responsabili in solido per il pagamento degli oneri, indipendentemente dalle vicende ereditarie. A confermarlo è una recente sentenza del Tribunale di Firenze (n. 20/2025), che ha chiarito – con la consueta inflessibilità della legge – come la rinuncia all’eredità non esoneri i figli dal pagamento delle spese comuni dell’immobile.

Il caso giudiziario

Un condominio aveva ottenuto un decreto ingiuntivo contro i comproprietari di un appartamento, chiedendo il pagamento di circa 1.300 euro di spese arretrate. Gli interessati si erano opposti, sostenendo che, avendo rinunciato all’eredità, non potevano essere chiamati a rispondere delle quote spettanti alla madre defunta. Un’argomentazione che, almeno in prima battuta, aveva convinto il Giudice di Pace.

Ma si sa, il condominio non molla facilmente, e ha impugnato la decisione in appello. L’argomento chiave? Il debito non nasce dalla successione, ma dalla semplice comproprietà dell’immobile. Essere comproprietari significa condividere gli oneri, senza scappatoie. Il Tribunale ha quindi ribaltato la sentenza di primo grado, stabilendo che la rinuncia all’eredità non cambia nulla: le spese condominiali restano dovute. La responsabilità solidale si applica a tutti, lasciando ai comproprietari il compito – non sempre agevole – di rivalersi su eventuali eredi o curatori dell’eredità giacente.

Solidarietà passiva: cosa significa davvero?

In tema di spese condominiali, la suddivisione avviene su due livelli:

  1. Interno, tra i comproprietari, che possono spartirsi le quote con la logica (o il caos) che preferiscono.
  2. Esteriore, nei confronti del condominio, dove invece regna la solidarietà: l’amministratore può chiedere l’intero importo a chiunque, che poi dovrà occuparsi di recuperare le quote dagli altri.

In parole povere, se l’amministratore bussa alla tua porta, non vale la scusa “ma non toccava a me.” La Cassazione (sentenza n. 33039/2018) è chiara: in condominio si paga prima e si discute dopo.

Cosa fare se si rinuncia all’eredità?

Se hai rinunciato all’eredità, le spese condominiali non scompaiono come per magia. Chi si trova a dover pagare per tutti può agire in regresso, chiedendo il rimborso agli altri comproprietari o, se la quota è vacante, al curatore dell’eredità giacente. In ogni caso, il condominio resta sereno: le spese saranno comunque coperte, mentre chi paga può solo augurarsi di non dover rincorrere troppo a lungo i coinquilini sfuggenti.

Conclusioni

Se sei comproprietario di un immobile, sappi che la rinuncia all’eredità non è un lasciapassare per evitare le spese condominiali. L’amministratore di condominio ha il diritto di esigere l’intero importo da chiunque di voi, lasciando poi a te e ai tuoi familiari l’arduo compito di trovare un accordo.

In condominio, alla fine, si paga insieme. Sempre. Anche quando si spera, ingenuamente, che le questioni ereditarie possano offrire una via d’uscita.

Per maggiori informazioni o per ricevere assistenza, non esitare a Contattarci