Libro
Ho scritto Viaggio nelle sfumature, un romanzo che parte da un condominio, ma non parla solo di quello.
Lavoro come amministratore di condominio a Palermo. Chi fa questo mestiere lo sa: oltre ai bilanci e alle riunioni, ci sono dinamiche umane che non finiscono mai nei verbali. Tensioni non dette, equilibri precari tra vicini, simpatie istintive, fastidi trattenuti, sguardi che sfuggono o si fermano un attimo di troppo. Non fanno notizia, ma raccontano molto.
È dentro questa realtà concreta che è nato Viaggio nelle sfumature. Un romanzo.
Non un manuale, né un saggio, né un’autobiografia.
Una storia. Che prende forma in un condominio, ma parla di ciò che si muove sotto la superficie: relazioni, memorie, trasformazioni.

Il condominio come punto di partenza, non come confine

Nel libro, il protagonista – Daniele Dedalo – è un nuovo amministratore chiamato a gestire uno stabile particolare. Ma il centro della narrazione non è il lavoro in sé. È ciò che quel lavoro mette in moto: osservazioni, contrasti, contatti involontari, e soprattutto una rilettura silenziosa della propria vita.
Daniele non cerca di cambiare le cose. Le attraversa.
I legami che si formano non li sceglie: si producono per prossimità, per urto, per l’effetto inevitabile dello stare nello stesso luogo. Ma sono legami veri. Anche se imperfetti, anche se sfocati.
La sua è una presenza attenta, mai invadente. Un uomo che prova a esserci senza occupare tutto.
Non si espone per timidezza, forse anche per pudore. Non perché voglia attirare l’attenzione restando in disparte, ma perché sente che il suo posto è lì, un passo indietro.
Non si rifugia dietro una maschera: ha solo imparato che l’autenticità, per restare viva, va protetta. Non esibita.
Un romanzo sull’equilibrio tra visibile e invisibile
In Viaggio nelle sfumature ho cercato di raccontare come, a volte, proprio nelle cose più semplici di ogni giorno possa nascondersi un momento che cambia qualcosa. Un dettaglio, un gesto, una frase che sembra niente e invece lascia un segno.
Un cortile, una lite per il colore delle pareti, una riunione difficile, un gesto fuori posto… sono tutte occasioni minime che, senza dichiararlo, ci mettono di fronte a noi stessi.
Non si parla solo di amministrazione condominiale. Si parla di memoria, di relazioni che si trascinano o si spezzano, di scelte che non sembrano scelte, di spazi condivisi che diventano specchi, distorti ma sinceri.
Daniele è un protagonista che non risolve, ma registra. Non sistema, ma interpreta. Nel suo modo di osservare, di restare ai margini senza mai essere passivo, c’è tutta la tensione di chi non vuole fingere, ma sa che dire troppo a volte significa perdere.
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